L’Acquario di Rodi

L’Acquario di Rodi, la stazione idrobiologica

L’edificio della Stazione Idrobiologica di Rodi e’ stato costruito tra il 1934 e il 1936. Nel 1937, sotto la occupazione italiana, opero’ come Reale Istituto di Ricerce Biologiche di Rodi, fino al 1945, quando, dopo l’unione del Dodecanneso con la Grecia, fu ri-nominato “Istituto Idrobiologico Ellenico” ed opero’ sotto il controllo dell’Accademia di Atene. Oggi, la Stazione Idrobiologica di Rodi funziona come museo, acquario ed anche come centro di ricerca ed appartiene al Centro Nazionale di Ricerca Marina. Lo scopo della stazione idrobiologica di Rodi e’ la conservazione e l’esposizione delle creature imbalsamate e viventi del Mar Mediterraneo. Nell’acquario i visitatori (200.000 all’anno circa) possono ammirare esemplari di anthozoa, molluschi (gasteropodi e cefalopodi), diverse specie appartenenti alla famiglia del granchio, echinodermi e le seguenti famiglie di pesci: Dasyatidae, Mullidae, Sparidea, Centrachantidae, Labridae, Scaridae, Siganidae, Mugilidae, Scopaenidae, Triglidae, Balistidae, Monacanthidae, cosi’ come tartarughe marine. Nel museo sono anche esposti vari generi di squali e di altri pesci, tartarughe marine, balene dentate(Odontoceti), e foche monache del Mediterraneo. Grazie alle sovvenzioni per le ricerche della Stazione Idrobiologica di Rodi e del Centro Nazionale di Ricerca Marina, la stazione effettua programmi di ricerca, riguardanti ogni aspetto dell’Oceanografia dell’area del Dodecanneso. Ricopre inoltre la funzione di unità di ricerca di modello nel Mediterraneo. Nel 1934, durante l’occupazione italiana delle isole del Dodecanneso (1912-1943), il regolatore Mario Lago diede il via alla costruzione del “Reale Istituto di Ricerche Biologiche di Rodi” sul “capo Mili”, il punto più a nord dell’isola di Rodi. L’architetto italiano Armando Bernabiti si occupo’ dei progetti di progettazione e di costruzione, l’ultima rifinitura avvenne nel 1935. Nel suo lavoro, gli elementi architettonici di arte e locali di Deco sono stati uniti con altri dell’estetica navale, quali le linee curve, aperture come gli oblò, vari livelli d’innalzamento e una torretta cilindrica centrale. La fauna marina ha ispirato la decorazione principale dell’entrata.

acquario di rodi

L’interno originale dell’acquario, decorato con le roccie porose e conchiglie naturali, ricorda una caverna subacquea e non è cambiato nel tempo. Invariato inoltre è rimasto il pavimento, ricoperto da un mosaico nero e bianco di ciottoli, su cui sono rappresentate le creature marine. L’esterno originale della costruzione non è cambiato fino al 1971-72, quando un corridoio di mostra (museo) e una piscina per le guarnizioni sono stati aggiunti sul lato del nord. L’istituto ha cominciato a funzionare nel 1937 focalizzando principalmente sugli oggetti biologici ed idrologici relativi al mare Egeo ed anche sui problemi riguardanti la pesca della spugna, le industrie della pesca e l’entomologia agricola, ospitando allo stesso tempo un acquario con i campioni interessanti della fauna mediterranea. Dal 1948, quando le isole di Dodecanneso furono unite alla Grecia, fino al 1963, l’istituto ha continuato a funzionare come Stazione Regionale dell’Istituto Idrobiologico Ellenico sotto il controllo dell’Accademia di Scienze do Atene. Dal 1963, con il relativo nome attuale, “la stazione idrobiologica di Rhodes” (H.s.r.) funziona come Acquario-Museo ed unità di ricerca del centro ellenico per ricerca marina (H.C.M.R.-Ministero dello sviluppo/Segretariato generale di ricerca e tecnologia). Il Ministero greco della cultura ha caratterizzato l’edificio dell’H.S.R come riferimento storico ed esempio distinto dello stile architettonico internazionale. Lo scopo della stazione idrobiologica marina di Rodi e’ quello di “sviluppare e propagare la conoscenza scientifica sull’ambiente marino e sulla sua conservazione”. Le specie piu’ interessanti della flora e fauna endemiche ai mari Mediterraneo ed Egeo sono principalmente esibite nell’acquario, assieme ad alcune specie provenienti dal mare rosso. Nella parte dell’acquario che è dedicata alla vita marina ci sono 12 serbatoi, da 1.000 a 5.000 litri di capienza, un serbatoio circolare centrale da 25.000 litri e 15 piccoli acquari di 50-100 litri di capienza ciascuno.

acquario di rodi
L’acquario di rodi

Nel museo un acquario da 1.000 litri ospita i pesci Ghizani (ghigii di Ladigesocypris), d’acqua dolce e in via di estinzione, endemici all’isola di Rodi. Gestire tutte le specie ospitate dall’acquario (accumulazione, trasporto, nutrizione, cura ed esposizione) e controllare ed avere cura di tutte le attrezzature richiede il quotidiano ed elaborano lavoro di una squadra che contiene anche biologi e tecnici. Una cura speciale è dedicata alla preparazione e distribuzione del cibo agli esemplari ospitati dall’acquario. La loro dieta include calamari, mitili, gamberi, polipi, pesci e verdura fresca. Un sistema aperto di circolazione dell’acqua di mare è installato nell’acquario, cioè l’acqua è rinnovata continuamente, con un trattamento minimo, garantendo i termini di vita quasi naturali degli esemplari ospitati. L’acqua di mare, pompata a 44 m., è filtrata attraverso i pro-filtri e sand-filtri (filtri per la sabbia) e successivamente è distribuita ai serbatoi. Un volume di circa 75.000 litri di acqua di mare circola nelle installazioni dell’acquario, serbatoi curativi inclusi. Il pH varia da 7,9 a 8,6, la salinità è circa del 39%, l’ossigeno disciolto 6.7-8.8 mg/l e la torbidezza è quasi zero. La telematica è usata per il controllo delle installazioni tecniche dell’acquario e dela qualità dell’acqua di mare. Un sitema chiuso è usato per i 3.500 litri di acqua dolce che circolano nei serbatoi del laboratorio e di mostra. L’acqua dolce subisce un trattamento ultravioletto ed è riciclata tramite i filtri meccanici e biologici, mentre i relativi parametri fisico-chimici sono controllati giornalmente. L’interessante collezione del museo contiene rare esposizioni accompagnate da materiale informativo e video-proiezioni.

acquario di rodi
L’acquario di rodi

Attività

-ricerca oceanografica nei mari Egeo e Mediterraneo.

-sviluppo del “know-how”nel campo del acquariologia.

-studio e conservazione delle specie acquatiche in via di estinzione.

-salvataggio, trattamento, riabilitazione e rilascio degli animali acquatici feriti.

-cooperazione con altri istituti di ricerca.

-attività educative che puntano a risvegliare la coscienza ambientale

-trasferimento della conoscenza riguardante i mari a gruppi pubblici specifici tramite organizzazione di conferenze specializzate e seminari.

Indirizzo:

Via Kos, sulla punta nord dell’isola in citta’ nuova.

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